
Milano – Teatro alla Scala: Il piccolo principe
Domenica 16 ottobre il Teatro alla Scala porta in scena la seconda rappresentazione de Il piccolo principe, opera in un atto di Pierangelo Valtinoni su libretto di Paolo Madron tratta dalla celebre fiaba di Antoine De Saint-Exupéry.
La scelta di questo titolo da parte del Teatro si inserisce in una una cornice consolidata, come quella del progetto “Grandi opere per piccoli”, che dal 2015 offre al pubblico opere del grande repertorio ridotte per l’infanzia ed eseguite da solisti e complessi dell’Accademia Teatro alla Scala. La peculiarità che caratterizza l’evento di quest’anno risiede nel fatto che il teatro abbia deciso di declinare il progetto su una nuova committenza affidata ad un celebre compositore contemporaneo.
L’operazione del Teatro alla Scala assume, senza dubbio, una valenza non solo repertoristica e innovativa del canone, ma primariamente culturale, immettendosi nel solco di grandi teatri europei nell’ottica di una incentivazione e sollecitazione creativa dei nuovi compositori per il teatro musicale, conferendo pari dignità agli stilemi linguistico contemporanei come vettore di rivitalizzazione del melodramma.
La scelta di Valtinoni non è solo congeniale alla portata di tale impegno culturale in virtù della conclamata fama del compositore (ricordiamo che Valtinoni è uno dei pochissimi compositori contemporanei eseguiti con grande frequenza in ambito internazionale) ma anche in virtù della sua cifra fiabesca e per rivolgersi spesso ai giovani.
Il piccolo principe di Valtinoni, drammaturgicamente rielaborato dalla penna di Paolo Madron, ha risposto con potenza al vulnus di una certa tendenza della musica contemporanea di pascersi in una sorta di ermetismo incomunicabile. L’opera di Valtinoni ha qualcosa di speciale perché le sue strutture formali armoniche e melodiche sono di una trasparenza cristallina e propizie ad una fattiva interlocuzione con il fruitore; siamo capaci di dire con questa opera che il teatro musicale è semplice, facile e immediato, pur avendo una sua complessità statutaria.
Il compositore caratterizza i singoli personaggi con cellule motiviche ricorrenti e caratterizzanti, permeate da un lirismo prevalente e da una intrinseca melodicità che sortisce nel pubblico una serenità percettiva e l’attesa di un ritorno melodico sempre esaudito e tranquillizzante.
La cantabilità del teatro di Valtinoni, che pur non disdegna modalità di condotte armoniche più audaci e originali, regna su tutto ed è cifra quintessenziale del suo teatro musicale, generando così una bellezza semplice e minimale e un incantamento a cui non siamo abituati.
Il pubblico è sospeso e cullato dal profluvio di dolcezza dei motivi che si legano ad un sapiente libretto e che sanno elevare in essenza e metafore trasfigurate i diversi luoghi riflessivi del racconto di Saint-Exupéry.
Gli stilemi compositivi di Valtinoni e Madron colgono la dimensione simbolica polivoca del piccolo principe fino a fargli assumere tratti di oniricità sospesa e di surreale archetipicità atta a disegnare idealmente la geografia delle umane vicende.
Tutta la compagine teatrale, a cominciare dal cast dei solisti proveniente dall’Accademia del Teatro alla Scala, il coro di voci bianche e l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala hanno dimostrato di possedere un talento eccezionale e una professionalità encomiabile che hanno contribuito in gran parte al grande successo della recita.
Aleksandrina Mihaylova nel ruolo titolo del il piccolo principe, già ascoltata recentemente nel Matrimonio segreto, convince questa volta per bellezza timbrica, buona proiezione, gusto espressivo, uniti ad una pregnanza attoriale che ci restituisce un principe trasfigurato che pare incarnare l’idea dello stupore e dell’innocenza infantile, che è proprio il cuore pulsante di questo personaggio.
Buona la prova di Giuseppe De Luca nel ruolo del il Pilota, la voce timbricamente ricca svetta nel teatro con dizione chiara e fraseggio variato, insieme a una incisiva verve gestuale.
Valentina Pluzhnikova, nel ruolo della Volpe e del Passante 1, convince per la sua voce ben organizzata e ben modulata.
Il giovane Pierpaolo Martella nel ruolo de il Serpente e Passante 2 dimostra di avere grande talento vocale che primariamente si articola in una godibile schiettezza di emissione unita ad una pienezza armonica buon legato.
Ottima anche la prova di Nicole Wacker nei tre ruoli della Madre-La vanitosa-La Rosa dotata di una buona fattezza vocale e proiezione.
Lodevole la prova di Hyun-Seo Davide Park che convince nei ruoli del Padre e dell’Uomo d’affari.
Rebecca Luoni nel ruolo dell’Eco dimostra bravura non comune cosi come Sung-Hwan Damien Park nel ruolo de il Re.
La regia di Polly Graham è un piccolo miracolo di bellezza che si unisce alla semplicità scenotecnica di Basia Binkowska: geniale l’idea di porre un macro relitto dell’aeroplano del Pilota al centro della scena dove si articola tutto a mo’ di metafora della scoperta, del viaggio e del desiderio cognitivo ed esplorativo che è il controcanto del significante della pièce che si dipana a partire da questo nucleo semantico assai complesso.
Le luci diafane, oniriche e crepuscolari di Marco Filibeck e le dolcissime e delicate coreografie di Jenny Ogilvie contribuiscono all’impianto registico meravigliosamente realizzato (pensiamo alla volta del Piermarini contrappuntata da stelle luminose di fortissima potenza fiabesca) da Graham in una dimensione teatrale perfettamente aderente alle idee musicali di Valtinoni e all’orientamento drammaturgico di Madron in una rara e alchemica sinergia di intenti che conferisce a questa produzione un certo quid di genialità che sortisce nel giovane pubblico attenzione e consenso assoluto (i giovani ascoltatori vengono anche coinvolti in una coreografia di stelle davvero poetica).
Lodevolissima la direzione del giovane direttore di talento Vitali Alekseenok che sa tradurre, nel suo difficile compito di mediazione concertistica, il nucleo essenziale dell’opera e lo fa attraverso dinamiche variate, fraseggi minuziosi, agogiche ben congegnate e una rara capacità di seguire i cantanti con attenzione costante.
Ottima la compagine dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala per amalgama sonoro, intonazione, perfezione di suono.
Alla fine applausi convincenti e successo per tutti e gioia nel volto dei giovani e dei bambini colta in prima persona su quello di mio figlio che, alla sua prima scaligera e a soli tre anni, resta attento e attonito fino agli applausi e incantato dal gioco del teatro musicale di Valtinoni; una dimostrazione pratica che il melodramma è vivo, ancora pronto a raccontare storia, suscitare sentimenti ed educare l’anima nel suo ludus sonoro di immane potenza.